Parrocchia di Agno

Santi Giovanni Battista e Provino

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Santi Giovanni Battista e Provino

Benvenuti

Sul portale della parrocchia di Agno potete trovare informazioni sulle diverse attività parrocchiali

Cari parrocchiani e abitanti di Agno, mi auguro che ciascuno di voi, durante questo tempo estivo, abbia potuto godere di qualche giorno di svago per poter ricaricare le batterie, scoprire nuove mete vicine o lontane, oppure ritornare ai propri paesi d’origine e passare un po’ di tempo con i propri famigliari. L’etimologia del termine “vacanza” deriva dal latino “vacans” che significa essere liberi. Liberi dai soliti impegni, liberi dalla dittatura dell’orologio, liberi dal ritornello “non ho tempo”. Liberi per coltivare rapporti in famiglia più veri e profondi. Liberi anche di leggere quei libri che durante l’anno si sono accatastati nell’attesa di essere gustati. Per me è l’occasione di gustarmi il silenzio che si fa ascolto profondo della natura che mi circonda e delle persone che incontro durante le mie vacanze in montagna. Il cardinale Robert Sarah, alcuni anni fa, ha pubblicato un libro molto profondo, intitolato “La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore”. È quanto vi avevo letto che mi spinge, almeno durante le vacanze, ad allenarmi sempre più al silenzio e all’ascolto. Il cardinale Sarah, nel suo libro, ribadiva l’importanza di crescere nel silenzio perché, in un mondo sempre più rumoroso, la ricerca di qualche goccia di silenzio diviene ancora più necessaria. Il silenzio è indispensabile per l’ascolto del linguaggio divino. Il cardinale Sarah afferma con forza che “il silenzio non è un’assenza”, ma piuttosto “la manifestazione di una presenza, più intensa si qualsiasi altra presenza”. E che soltanto nel silenzio si possono porre, con la speranza di riuscire ad ottenere soddisfacenti risposte, le vere domande della vita. Quanto è importante esercitarsi a fare silenzio: non solo silenzio esteriore ma soprattutto silenzio interiore. Il Verbo di Dio non parla là dove ci sono già altre parole, come nessun pittore si sognerebbe mai di dipingere su una tela già pasticciata e nessuno compositori su uno spartito già pieno di note. Quante persone incontro che mi dicono che non sentono la presenza di Dio nella loro vita. Dio è presente nella vita di tutti, nessuno escluso, ma per riconoscere questa presenza è necessario, indispensabile il silenzio. Non siamo più abituati al silenzio. Un noto passo della Scrittura racconta l’incontro di Elia con Dio sul monte Oreb avvenuto non nel frastuono, ma nel silenzio e nella quiete. “Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì Elia si coprì il volto con il mantello. Uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco venne a lui una voce che gli diceva: che cosa fai qui Elia?” (1Re 19,11-13). L’incapacità di fare silenzio ha come conseguenza drammatica l’incapacità di ascoltare: di ascoltare Dio, di ascoltare l’altro, di ascoltare chi ci sta vicino. Papa Francesco, a questo riguardo è stato molto chiaro: “oggi, siamo talmente presi, con frenesia, da tanti problemi che manchiamo della capacità di ascolto. Siamo indaffarati continuamente e così non abbiamo tempo per ascoltare. E io vorrei domandare a voi: tu, marito, hai tempo per ascoltare tua moglie? E tu, donna, hai tempo per ascoltare tuo marito? Voi genitori, avete tempo, tempo da “perdere”, per ascoltare i vostri figli? O i vostri nonni, gli anziani? Vi chiedo di imparare ad ascoltare e di dedicarvi vicendevolmente più tempo. Nella capacità di ascolto c’è la radice della pace.”

Quante volte si ha la supponenza di credere di stare ad ascoltare ed invece non è così. L’ascolto è un’arte che va allenata perché, a differenza del solo sentire, domanda il dono di sé e del proprio tempo; di accogliere gratuitamente l’altro, senza pregiudizi e senza pretese; richiede di saper mettere da parte i propri schemi, le proprie idee, le proprie soluzioni, per fare spazio dentro di noi all’altro mentre ci sta parlando. In un’epoca storica come mai era avvenuto in passato, i nuovi mezzi di comunicazione, i social media, offrono un’illimitata capacità di scambio d’informazioni, infinite possibilità di relazione, eppure dobbiamo ammetterlo: scriviamo sui social media (troppo spesso a vanvera), messaggiamo, twittiamo in continuazione, ci inondiamo gli uni gli altri di fiumi di parole ma che ci scivolano via come l’acqua sulle piume delle oche ma siamo incapaci di ascoltarci gli uni gli altri. Accogliamo gli inviti del cardinale Sarah e di papa Francesco ad esercitarci al silenzio e all’ascolto.

Il silenzo e l’ascolto sono le fondamenta della preghiera. E quanto sono importanti silenzio, ascolto e preghiera. Per questo, in preparazione all’Anno Santo che si aprirà a dicembre, in qualità di delegato episcopale per il Vicariato del Malcantone-Vedeggio ho organizzato, durante il mese di novembre, quattro incontri serali che vogliono aiutarci ad entrare sempre più e sempre meglio nel silenzio, nell’ascolto e soprattuto insegnarci a pregare (vedasi le informazioni nel calendario liturgico-pastorale).

Questo nuovo anno pastorale possa essere l’occasione per ciascuno di noi per innamorarci del silenzio, crescere in un ascolto vero e profondo capace di riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita e riscoprire la bellezza e la necessità vitale della preghiera.

don Massimo Braguglia